mercoledì 2 giugno 2010

1950 L'Uruguay manda nell'incubo il Brasile

Dopo l'edizione del 1938 il Mondiale torna solo nel 1950, al termine del conflitto mondiale. Il Brasile fu l'unico a candidarsi, in considerazione del fatto che molti paesi stavano attraversando il durissimo periodo della ricostruzione post bellica e non sarebbero assolutamente stati pronti ad organizzare un evento del genere.
Germania e Giappone furono escluse per motivi politici (furono le maggiori responsabili del conflitto mondiale), mentre l'Italia fu invitata in qualità di paese detentore. L'Italia oltre a versare in condizioni economiche disastrose, erano gli anni del piano Marshall, aveva la nazionale dimezzata quasi interamente dopo il disasto di
Superga avvenuto l'anno prima, quando si spense il Grande Torino.
I giocatori ancora scossi, per l'accaduto ai loro compagni, decisero di raggiungere San Paolo via nave. Arrivarono in Brasile dopo tre settimane di viaggio estenuante nel quale si poterono allenare solo per qualche giorno perchè presto i palloni caddero tutti in mare.
L'India si qualificò, ma non fu ammessa in quanto non fu accolta la richiesta dei prorpri giocatori di giocare a piedi nudi. L'Inghilterra per la prima volta prese parte al torneo dopo avere vinto le sfide di qualificazione.
Dopo i gironi elininatori, che videro la clamorosa elininazione di Inghilterra e Italia, si giunse al girone finale.
Alla vigilia dell'ultima giornata il Brasile aveva 4 punti, frutto di due brillanti vittorie su Svezuia e Spagna, mentre l'Uruguay ne aveva 3, frutto di una vittoria e un pari. La sfida Brasile-Uruguay assunse quindi i caratteri di una finale anche se tecnicamente non lo era, infatti ai Carioca sarebbe bastato un pari per vinceere il titolo.
Tutto era pronto per la grande festa brasiliana, il Maracanà era zeppo (170000 spettatori), si era già pensato al discorso conclusivo dopo la premiazione in portoghese. Il Brasile dopo un primo tempo passato all'attacco non riuscì a passare rischiando anche in qualche contropiede. Sembrava che i giocatori non si resero conto che un pari sarebbe bastato. All'inizio del secondo tempo segna Friaça e i giochi sembrano fatti. L'Uruguay però continua a crederci e su passaggio di Ghiggia, il grandissimo Schiaffino pareggia. Il Brasile entra improvvisamente in panico e a dieci minuti dalla fine Ghiggia gela il Maracanà. I disperati assalti finale si infrasero sul muro uruguayano imperniato sul portiere Maspoli. Al termine della partita si contarono dieci morti per infarto e successivi suicidi di gente disperata per la sconfitta, o che aveva scommesso ingenti somme di denaro sulla Selecao. Il silenzio a Rio era irreale. La delegazione brasiliana se ne andò e solo Jules Rimet consegnò la coppa a Varela, capitano della celeste.
L'Uruguay era per la seconda volta campione del mondo. I giocatori al termine della partita tornarono a Montevideo e vedettero festeggiamente più grandi anche rispetto al 1930.
Sicuramente fu una delle più incredibili partite della storia del calcio, e passò alla storia come il Disastro del Maracanà o Maracanaço. Il Brasile non usò più la sua divisa tradizionale bianca e da quel giorno passò ai colori verde-oro.

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