Il pallone all'epoca era più ruvido. Un intreccio di strisce di cuoio che lo facevano sembrare più a uno strumento di tortura. Quando pioveva poi, rimbalzava con difficoltà. Eppure era il pallone che Bobby Charlton aveva cominciato a conoscere e ad amare
Bobby nasce in una giornata sicuramente piovosa del 1937. Il destino lo vuole muovere i suoi primi passi in un villaggio tipico di quel bacino minerario del Northumberland. Ashington era una di quelle cittadine che
dipendono dalle miniere di carbone che avranno una rilevanza così politica nell'era della Sig.ra Thatcher.Nasce in una una famiglia di accesi sostenitori del football la madre stessa di Bobby sosterrà non avere mai posseduto un bambolotto. Il calcio era unico ed indivisibile e questa passione trasmette come un virus ai due piccoli Charlton: Bobby e Jack.
Sotto quel cielo scuro di esalazioni di carbone, sotto quella pioggia che è parte di quel particolare paesaggio, Bobby apprende l'elemento fondamentale e caratteristico della sua giovane vita di calciatore:il "Fair Play". nella nostra lingua lo chiameremmo lo "correttezza" ma per quell'Inghilterra che aveva colonizzato una parte del mondo, questa regola silenziosa attraversa così il calcio come il rugby ed il cricket e si insinua come un modo di essere o di rappresentare la società.
Bobby viene presto scelto immancabilmente a giocare per quei pulcini inglesi che rappresenteranno l'Inghilterra contro il Galles. In uno stadio gremito all'inverosimile i ragazzi danno il massimo correndo dietro ogni pallone fieri di quei colori nazionali che indossano. Tra i 50,000 tifosi, c'è qualcuno che prende appunti, si guarda intorno e nota quel biondino impegnarsi fino allo spasmo, non darsi mai per vinto , con una agilità che nasonde un talento prepotente.
La voce si sparge tra i talent-scouts, più di uno, che stanno assistendo a quella partita ed è un rincorrere per ingaggiare Bobby, a qualsiasi costo. E’ la madre a ricordare quei tempi: “ Stavo lavando in cucina ed ecco che mi compariva davanti l’agente di un club! Allora mi spostavo ed eccone un altro! Arrivarono ad offrirci persino 800 sterline, una bella somma per l’epoca”
Bobby era ancora un ragazzino quando accettò di entrare nel Manchester United . Nel 1953 già correva per il campo del mitico “Old Trafford”
Nel 1956-57 Il Manchester United disputò la semifinale nella coppa dei campioni perdendo contro il Real Madrid, l’anno dopo comunque si presentò nuovamente all’appuntamento con la coppa. Sarebbe diventato l’ultimo appuntamento, quello che avrebbe condotto la squadra nella leggenda del mito.
Il 6 Febbraio 1958, Bobby Charlton, all’età di soli venti anni si imbarcò per il volo più triste della sua vita: tornando a casa dopo un pareggio con la Stella Rossa di Belgrado, il potente aereo della compagnia B.E.A. ebbe un sussulto, scivolò lungo la pista e si incendiò.
Quel giorno, tra le lamiere ed il fuoco scompare una squadra intera…(continua)
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